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23 Dicembre 2023 •   

Cos’altro vuoi di più di tutto questo.

Tempo lettura: 10 minuti

Dopo aver ascoltato l'audio scorri a fine pagina per non perderti la traccia finale.

Ciao anima preziosa,

Prima di leggere o ascoltare quello che ho da dirti, vorrei assicurarmi che intorno a te non ci siano elementi di disturbo. Vorrei che  tu ti preparassi ad accogliere questo momento con te stess@ lontano da tutti, magari portandoti nel tuo posto magico, la caffetteria sotto casa, il mare o un angolo della tua casa. Se non hai ancora pensato a quale può essere il tuo posto ti invito a farlo, ti invito a sceglierti sempre uno spazio preparatorio in cui raccoglierti quando avrai bisogno di rimettere di qualche grado in asse la vita e vorrei che tornassi in quel posto con questa lettera, ogni volta che avrai bisogno di rendere leggibili i lineamenti della vita quando ti sembrerà momentaneamente assente di un profilo.

Vorrei che tornassi qui, quando ti sentirai mess@ a capo come l’ asterisco in fondo alle pagine dei libri e capire che in realtà là sotto, non è un brutto posto dove stare ogni tanto, ma una grande opportunità per raccoglierti dentro, che lo spazio oltre le righe è un prezioso intervallo per recuperare fiato prima di raddrizzare di nuovo il tiro, che è la sotto che in realtà si esercita la mira.
È nelle corde basse che l’uomo l’uomo si inizia ad interrogare, quando gli mancano le prese, quando viene a meno ciò che credeva essere destinato a lui, quando scalpitando come un filo contro l’ asola di un ago, trova in quei tentativi un invito a farsi domande che sappiano realmente di sé.

Vorrei che tu non facessi resistenza all’incertezza, che se hai il coraggio di attraversarla ti regala la grande occasione di accogliere tutta la vulnerabilità dell’io so di non sapere, il seme capace di partorire esseri umani con certo senso di normalità, di quelli che fanno ancora affidamento alla vita da dentro, che si domandano ancora, come esistere meglio per loro, per gli altri, che non barattano con la casualità il senso di questa miracolosa eccezione, ma che fanno di tutto per mantenere incontaminata la sacralità della propria esistenza, dentro una casa che sa di pasta e di miracolo.

In quegli intervalli della vita dove l’onda è bassa e fatica ad allungarsi che quando pensi a come fare a sentirti  esistere di nuovo, nulla davanti a te sembra confessarsi, io ti auguro di arrenderti. Ti auguro di concederti una tregua per smettere di trovarti per forza il modo di abbellirti l’esistenza. 

Ti auguro di addentrarti nella selva oscura e di camminare un po’ dentro quel sentiero buio senza paura, per incontrare i tuoi demoni interiori, per parlarci, dormirci insieme cosi da iniziare a guardarli in faccia senza trovarti più distrazioni per metterli a tacere per non avere più la sensazione che siano loro a dirti chi sei.

Scoprirai che è dall’angolazione della resa  che si inizia a ricordare chi si era prima del mondo, prima dei traumi, prima delle credenze ed è lì accadrà qualcosa di meraviglioso, dove senza alcun preavviso inizierà a maturarti dentro il tempo dell’ascolto, il turno del sentire, quello ribalta tutto, persino l’idea che hai di te stesso, dove è il dubbio a dichiararsi per primo, per renderti fin da subito discutibile  l’irremovibilità del “io sono fatto cosi”, le 4 parole a cui hai affidato tutta la tua identità, quell'io sono fatto cosi, non perché l’ho scelto io ma perché qualcosa mi ci ha fatto diventare e cosi è.

Invece là sotto, in quelle parentesi che ti sembrano scomode, si fa spazio l’odore della memoria, quella per cui ti sembra che valga la pena crearle uno stato di conservazione, perché è nel silenzio che troverai la strada per avvicinarti alla tua verità, è solo l’abbandono ad inclinarti  più di ogni altra cosa, verso il grado dell’Io che ti somiglia di più, tracciandoti dentro il riferimento più preciso di sempre quando cercandoti ti senti trovarti .

Ed ecco che allora qualcosa accade ad uno strato più sottile, dove non solo comprendi che l’io sono, non ha nulla anche vedere con il lavoro che fai, la persona con cui hai una relazione e che non appartiene nemmeno alla tua personalità, ma a qualcosa che ha a che fare con la tua essenza, e ti accorgerai che la sofferenza o il disorientamento che provi, solo solo meccanismi che la tua anima mette in azione quando ti stai impedendo di essere libero di prendere la tua forma senza più alcun senso di colpa.

Attraverso la selva oscura imparerai ad accorgerti che l’affaticamento, l’inerzia e la malinconia sono stati emotivi dentro cui la tua essenza ti vuole far camminare quando si accorge che stai vivendo una vita lontano dal cuore, che non ti capita quello che è giusto ma quello di cui hai bisogno e che puoi scegliere se essere le cose che ti accadono o essere vita attraverso cui accade qualcosa, dove il passato, il senso di approvazione la corsa all’accettazione, l’abbandono, il rifiuto, il dolore e le volte che non sei stato visto, sono solo capitoli dentro cui la vita ti ha scelto per manifestarsi. Per dare ad ognuno di noi non la sua croce ma il suo trofeo, per non rischiare di venire su nel mondo senza aver mai toccato almeno una volta la morte in vita, la rinascita, le cose che ti danno un senso di serietà, che ti fanno persona.

Vorrei che tu iniziassi a guardare i giorni in panchina come una grande opportunità che la vita ti sta donando per imparare a fidarti di te, a cercare prima te che il mondo, ad amare prima te che un altro , per diventare l’essere umano migliore con cui vorresti passare il tuo tempo,  per non viverti con casualità, per non crollare nello sconforto quando la vita lascia a terra dei pezzi che ti danno una partenza di identità, per smettere di credere che l’uno + uno che deve necessariamente fare 2 altrimenti  “tu non sai chi sei”. 


Vorrei che tu ti dimenticassi per un attimo di quella storia in cui ti sei identificat@, quella storia che ti instaura un dialogo col mondo comprensibile ad unanimità.
Perchè tu non sei la tua depressione, la tua crisi, il tuo lavoro, il tuo trauma, la tua malattia o la tua storia d’amore.

Vorrei che tu smettessi di dare cibo a ciò che oggi potrebbe essere per te un brutto momento, di accettarlo, integrarlo e non vederlo come un tuo nemico, ma come uno stimolo per andare a nutrirti di robe forti, perché se mi conosci già da un po’, saprai che ti ho già detto che una vita senza emozioni è solo un orologio che tiene il tempo. 

Vorrei che tu non provassi rancore per  aver desiderato che qualcuno ti rendesse infrangibile cosi da cadere senza frantumarti, che non è colpito degli altri salvarti e che non è nemmeno il tuo, che ognuno fa quello che può, con quello che ha e che devi essere sempre grato per tutto. Per tutto il bianco e per tutto il nero, perché quando non ci sarà più tempo per vivere tutti i colori dentro questi due opposti, rimpiangerai di non aver avuto voglia di farli durare un po’ di più. 

Vorrei che tu dimostrassi a sta vita che t’eri solo momentaneamente distratto quando la svegliavi dal lato del vittimismo, che il vittimismo come diceva Eckhart Tolle, anche quello ti rende qualcuno, invece ti auguro di sdrammatizzare quell’ombra da cui ti sembra che il mondo sia un carnefice, perché no, ti auguro di non vivere mai nell’ovvietà,
che tu non debba mai farti prendere  a schiaffi dalla vita per ricordarti che che sei sempre tu il creatore della tua realtà.

 E forse cosi, non avrai più un giorno da rimpiangere che non sia passato senza nulla da ricordare che sapesse realmente di te e delle cose tue e non di quella storia che ti sei raccontato incolpando gli altri per il mancato coraggio di scegliere per conto tuo come essere felice.

Quindi adesso abbracciati,
per quelle volte dove hai recuperato colla di seconda marca per incollarti il cuore,
per tutte le volte che ti sei sentit@ esistere nella precarietà dell’imprudenza,
nel bene sotto inteso, nelle torte riuscite male.
Per tutte le volte che ti sei sentit@ pres@ di mira, per quelle in cui i tuoi demoni interiori ti hanno rallentano il processo ma anche per quelle volte a cui hai preparato loro torte e terapia.

Abbracciati per tutte le volte che hai dovuto giustificare i tuoi mal di vita quando ti bastava solo che qualcuno facesse una domanda che sapeva di te,
per le volte che i cazzi tuoi sono diventati un caso mediatico.
Per quelle in cui non ti hanno passato l’acqua dal tavolo e ti sei dovuto allungare per prendertela, per quello che ti ha insegnato farlo cosi da sapere che tu se vuoi puoi.

Abbracciati, per tutte le volte che la tua fragilità è sfociata nella vergogna quando l’ignoranza delle bocche scarne di tutela ti ha spolpato la dignità, per non aver ricambiato con la stessa medaglia, ma per essere andato dall’unico amico che non ti avrebbe mai giudicato a farti riparare il cuore , colui che ti ha dato dimostrazione del fatto che i tuoi pari esistono e che è loro che devi coltivare.

Abbracciati per tutte le volte che non hanno riconosciuto il tuo valore, parlato sopra la tua voce, o atteso il tuo turno per dire la tua.
Per le volte che  che ti hanno detto che quello che cerchi non c'è consegnandoti frasi come “tu non sai cosa vuoi dalla vita",“mettiti l’anima in pace”, cosi frivole e scarne di empatia da farti incazzare tanto da farti tirare fuori il coraggio di non smettere mai di credere nelle cose che senti esistere.

Ecco, per queste e per tante altre volte, ti auguro di ricordarti come ti sei sentito, ma non per provare rancore, ma per comprendere che senza tutti questi falli, non avresti mai potuto costruirti una storia scegliendoti accuratamente i conservanti per fartela durare meglio.
Una manciata di amici veri, la tua famiglia,  il tuo cane, il luogo di cui hai scoperto provare nostalgia quando ne sei lontano e il tuo film preferito da rivedere il loop per tutte le volte che crederai di non avere niente che ti piaccia davvero.

E forse cosi piano piano risalirai dal fondo di quella pagina e rimetterai in asse la vita, facendo qualche passo indietro per  vederle tutto l’orlo, quando tirandola verso di te dai lembi più lontani, ti ricorderà di quanta strada hai fatto, di quante battaglie hai superato, di quante volte hai creduto di non farcela e poi alla fine ce l'hai fatta.

Ti auguro di  sceglierti presto occhi pieni di indimenticabile, di emozionarti con stormi , quadrifogli e mani ruvide di buone maniere, per scegliere presto qualcosa da guardare che sappia di irrinunciabile ,
cosi da imparare a commuoverti forte , perché una volta che saprai provare un’intensa emozione capace di toccarti le corde più profonde dell’anima,
avrai avuto la grande fortuna di incontrare chi c’è dentro di te.

E allora ti auguro di chiedere a quel te pieno di sentimento,
di restare e di aiutarti come una bussola a farti ritrovarti sempre,

perché è solo nell’ l’odore del ricordo della tua essenza, c
he saprai chi sei e da dove vieni,
cosi da non tenerti in bocca per troppo tempo il sapore dell’involuzione che sembra non convertirsi
,
ma piuttosto masticare gratitudine anche quando qualche pezzo di vita
ti sembrerà amaro,
purché vivere al di sotto di quello stato di gioia che ti da solo la conoscenza di te stesso, sia solo nell’ordine della sopravvivenza e mai come una condizione di vita.

Ti auguro di guardarti intorno per assicurarti di avere consumato per bene ciò che hai già. Per provare a dare un tentativo a quelle cornici da cui volevi eludere, in cui credevi non ci fosse più nulla per cui provare nostalgia, cosi da imparare in fretta ad apprezzare i legami con i buchi, e riscoprire che quelle che credevi essere solo toppe, sono le uniche forme isolanti capaci di chiudere gli spifferi di un cuore con le perdite.

Ti auguro di accorgerti degli altri, della carta per terra, di sparecchiare il tuo piatto, di chiedere all'altro se puoi essergli d'aiuto, di ascoltare chi ci è arrivato prima di te, di essere riconoscente per quello che ti hanno dato, anche se non era impacchettato dentro un sacchetto con un fiocco di raso,.

Ti auguro di smettere di rompere le palle, strumentalizzare i tuoi mal di vita e di far sempre riferimento che fintano che respiri tu - puoi - fare - qualsiasi - cosa cosi da non vanificare lo sforzo di quello spermatozoo che ce l’ha fatta nella sua unica possibilità di riuscita, quando metterti al mondo sapeva di incredibile, quando ti chiedeva cos’altro vuoi di più di tutto questo.

Ti auguro di accogliere la tua metamorfosi senza remarle contro,
rispettando le tempiste del cosmo con pazienza, di sognare, ambire alla straordinarietà, lasciando però i tuoi piedi a terra per non disumanizzarti, per non togliere troppo strato corneo alla normalità.

Ti auguro di avere il coraggio di cambiare quando non sarai più felice
ma di essere degno di essere vivo prima ancora di voler essere libero.

Ora tenendo in mano il bicchiere dell’esistenza ti accorgi di quanto sia stato sempre mezzo pieno, che se da una parte c’è una storia già scritta, dall’altra un’altra che ancora si può scrivere, che come si entra dai buchi si esce, che come una cosa finisce ricomincia, che tu sei fatto di tanto cose, che puoi avere tante vite in un’unica vita, che se oggi vuoi stare di qua va bene, che se domani vuoi andare di là va bene lo stesso,  e che è vivendo la vita trasversalmente che si impara realmente a viverla.

Ti auguro di tessere i tuoi sogni sottovoce, di metterci tutto il tuo impegno, ma di non massacrarti con il senso del dovere.
Sii libero di prenderti le pause che ti servono e di non dire a nessuno cosa stai facendo per renderti questa esistenza un capolavoro, perché certe cose hanno bisogno di essere tenute nascoste per diventare grandi, ma poi grandi ci diventano davvero.
E sai per chi diventano grandi per davvero?
Per chi ha il coraggio di entrare a piedi pari nell’assenza di rumore facendo unicamente riferimento a quella fede dentro di sé, quella strada che sembra apparentemente ostile ma che in realtà è la sola via ad allungarti la cura per la tua guarigione. 

Ti auguro allora di addentrati a piedi pari nella tua vita senza chiedere al mondo di guardare cosa stai facendo per guariti o di cosa stai provando nel farlo.
Perché quando sarai tu a guardarti per primo, tutta la vita che hai sempre desiderato accadrà e quella vita ti assicuro che non sarà al sotto di ciò che meriti, perché finalmente avrai scoperto il tuo valore, che non ha nulla a che vedere con il valore di cui parla il tuo ego ai tavolini dei bar, ma del prezzo che hai dovuto pagare per attraversare la selva oscura tenendo a mente il giorno in cui avresti vinto la sfida col sole tra chi dei due avrebbe abbassato lo sguardo per primo.

Ti assicuro da quel giorno, non negozierai mai più per meno.
Il mondo non ha bisogno di eroi ma di persone che hanno il coraggio di non tradirsi mai.

Immensamente A.

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Clicca sulla copertina del disco per ascoltare tutta la traccia in versione completa.

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2 comments on “Cos’altro vuoi di più di tutto questo.”

  1. Ciao Ale mi risuonano dentro ogni cellula le tue parole… è bello leggerti perché mi connette a me stessa . Grazie vorrei leggere al più presto un tuo libro
    Daniela

    1. Ciao Dani grazie mille, mi rende felice sapere che le mie parole ti connettono con il tuo cuore ♥️ spero tanto anche io di poter farti avere tra le mani un mio libro. Ti abbraccio

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